Storia della fragola
Origini antiche

La fragola è un frutto conosciuto e apprezzato fin dall’antichità. Le prime varietà selvatiche, come la Fragaria vesca (fragolina di bosco), sono originarie delle zone alpine dell’Europa e dell’Asia, e il loro nome deriva dal latino fragrans per l’intenso profumo.

Reperti archeologici testimoniano che le fragole erano già consumate da tribù primitive, mentre nell’antica Roma venivano servite durante le feste dedicate ad Adone e menzionate per le loro proprietà medicinali.

Leggende e simbolismo

La fragola è stata spesso associata a miti e leggende. Una delle più note racconta che, alla morte di Adone, Venere pianse lacrime che, cadendo sulla terra, si trasformarono in piccoli cuori rossi, cioè fragole.

Nel Medioevo la fragola fu considerata frutto afrodisiaco e peccaminoso, mentre nella storia sacra veniva vista come dono benefico di Dio.

Le fragole erano considerate un dono divino nell’antichità per diversi motivi simbolici, mitologici e culturali.

Nella Storia Sacra e in antichi trattati di medicina e botanica, venivano spesso menzionate come alimento benefico e incomparabile dono della divinità, grazie alle loro qualità nutrizionali e al profumo intenso che le rendeva uniche tra i frutti selvatici.

Sul piano mitologico, la leggenda più diffusa racconta che le fragole nacquero dalle lacrime della dea Venere (o Afrodite) versate per la morte dell’amato Adone: queste lacrime, cadendo sulla terra, si trasformarono in piccoli cuori rossi, simbolo di amore eterno e rinascita.

Il frutto veniva così associato alla passione, alla fertilità e al ciclo della vita, temi centrali nelle religioni antiche e nei culti della natura. In molte culture mediterranee, Adone rappresentava la vegetazione che muore e rinasce, e le fragole, nate dal suo mito, divennero emblema della benevolenza divina e della rigenerazione.

In sintesi, le fragole erano considerate un dono divino perché unite a leggende di amore, morte e rinascita, lodate nei testi sacri e apprezzate per le loro virtù salutari e il loro aspetto, che richiama il cuore, simbolo universale di vita e amore

Dalla fragolina di bosco alla fragola moderna

Per secoli, la fragola fu conosciuta solo nella sua forma selvatica, raccolta nei boschi e poi coltivata negli orti. In Europa, già dal XIV secolo i francesi iniziarono a trapiantarla dai boschi ai giardini, e nel XV secolo i monaci occidentali la utilizzavano anche nei manoscritti miniati.

Il vero cambiamento avvenne tra il XVII e il XVIII secolo grazie agli scambi botanici tra Europa e Americhe. Due specie americane, Fragaria virginiana (Nord America) e Fragaria chiloensis (Cile), furono introdotte in Europa: la prima per il sapore, la seconda per la grandezza dei frutti.

L’evento decisivo fu l’ibridazione spontanea tra queste due specie, avvenuta in Francia alla fine del Settecento, che diede origine alla Fragaria × ananassa, la fragola moderna coltivata oggi in tutto il mondo.

Il botanico ed esploratore Amédée Frézier fu tra i protagonisti di questa svolta, portando in Francia dal Cile le piante di F. chiloensis nel 1714.

Diffusione e sviluppo

Dall’inizio dell’Ottocento, la nuova specie fu oggetto di selezione e miglioramento genetico, portando alla nascita di migliaia di varietà, molte delle quali oggi coltivate in tutto il mondo.

La fragola è diventata così un frutto globale, coltivato dall’Equatore al Circolo Polare Artico, con un ruolo importante anche nell’economia agricola italiana e siciliana.

Sintesi
La storia della fragola intreccia mito, cultura e scienza: da frutto selvatico delle foreste europee e asiatiche, simbolo d’amore e di tentazione, è diventata uno dei frutti più amati e diffusi grazie all’ibridazione tra specie europee e americane avvenuta solo tre secoli fa, dando origine alla fragola moderna che conosciamo oggi.

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