Principali Frutti Coltivati
La Basilicata è una regione ricca di coltivazioni frutticole, grazie al clima variegato e ai terreni fertili. Tra i principali frutti coltivati troviamo:
Fragole (in particolare la varietà Candonga®): coltivate prevalentemente nel Metapontino, zona costiera della provincia di Matera.
Pesche e Nettarine: eccellenze della piana metapontina, con varietà precoci e di alta qualità.
Albicocche: molto diffuse nella stessa area, grazie al clima mite e soleggiato.
Uva da tavola e da vino: coltivata sia nella fascia jonica che nelle aree interne.
Agrumi: arance, clementine, limoni, soprattutto nel Metapontino e nella zona di Tursi (arancia staccia).
Susine, ciliegie, mele, pere: in particolare la “Pera Signora del Sinni” nella valle del fiume Sinni.
Fichi: i fichi secchi di Miglionico sono una specialità locale.
Piccoli frutti: recente sviluppo di coltivazioni di lamponi, more, mirtilli e baby kiwi, soprattutto in serre e aree collinari.
Verdure e Ortaggi Tipici
Le verdure lucane sono protagoniste sia nelle coltivazioni che nella cucina tradizionale:
Peperone crusco: simbolo della Basilicata, varietà dolce essiccata e fritta, coltivata soprattutto nella zona di Senise.
Pomodori: sia da mensa che da conserva, coltivati in campo aperto e in serra.
Melanzane, zucchine, peperoni, patate: ingredienti base di molte ricette locali, coltivati in tutta la regione.
Cavolfiori, cavoli romaneschi, scarola, lattuga lollo, prezzemolo: diffusi negli orti lucani, anche in coltivazione idroponica.
Legumi: fagioli (Fagioli di Sarconi, Fagioli Bianchi di Rotonda), ceci, lenticchie (tra cui la pregiata Lenticchia di Altamura IGP), cicerchie e fave, spesso coltivati in rotazione nei terreni collinari e montani.
Cicoria: spesso abbinata alle fave nella cucina tradizionale.
Zone Migliori per la Coltivazione
La Basilicata presenta diverse aree particolarmente vocate all’agricoltura:
1. Arco Jonico Metapontino
Zona costiera tra Policoro, Scanzano, Nova Siri e Bernalda.
Clima mite, terreni sabbiosi o sabbio-limosi, ideale per frutta (fragole, pesche, albicocche, agrumi) e ortaggi in pieno campo e protetti.
2. Valle dell’Agri
Area interna, terreni eterogenei ma fertili, buona disponibilità d’acqua.
Ottima per colture arboree (mele, pere) e ortaggi a ciclo primaverile-estivo.
3. Valle dell’Ofanto
Zona nord-est, terreni limoso-argillosi, clima più fresco.
Adatta a colture cerealicole, leguminose e alcune colture orticole e frutticole resistenti al freddo.
4. Zone Collinari e Montuose
Coltivazione di piccoli frutti (berries), legumi e foraggere, spesso in regime biologico.
Colture di Nicchia e Innovazione
Erbe officinali: coltivate su piccole superfici da aziende specializzate, in crescita.
Canapa: coltivazione in espansione per usi alimentari, cosmetici e bioedilizia.
La Basilicata si conferma una regione agricola dinamica, con eccellenze sia nella frutticoltura che nell’orticoltura, favorita da condizioni climatiche e pedologiche molto varie che permettono produzioni di qualità in diverse aree del territorio
Come influisce il clima sulla scelta delle colture più adatte in Basilicata
Influenza del Clima sulla Scelta delle Colture in Basilicata
Il clima è uno dei fattori determinanti nella scelta delle colture più adatte in Basilicata, influenzando sia la tipologia di specie coltivabili sia la loro resa e qualità.
Effetti delle Condizioni Climatiche
Temperature: Negli ultimi decenni si è registrato un aumento delle temperature medie invernali. Questo ha un impatto soprattutto sulle piante da frutto che richiedono un certo numero di ore di freddo per una corretta fioritura e fruttificazione. In Basilicata, il mancato raggiungimento delle 700 ore di freddo (temperature sotto i 7,2°C) sta causando problemi a colture come albicocco, pesco e carciofo, tipiche dell’economia agricola lucana.
Precipitazioni: La distribuzione delle piogge è diventata più irregolare, con periodi di siccità alternati a eventi intensi. Questo influenza la disponibilità di acqua per l’irrigazione e può determinare la scelta di colture più resistenti alla siccità o che richiedono meno acqua.
Rischio di desertificazione: L’innalzamento delle temperature e l’irregolarità delle piogge aumentano il rischio di desertificazione, riducendo la fertilità di alcune aree e spingendo verso colture più adatte a condizioni aride.
Malattie e parassiti: Il cambiamento climatico può favorire la diffusione di nuove malattie e parassiti, modificando la scelta delle varietà più resistenti e adattabili.
Adattamento delle Colture
Selezione varietale: Si punta su varietà a basso fabbisogno di freddo (300-400 ore) per le specie frutticole, per adattarsi alle nuove condizioni climatiche.
Introduzione di nuove specie: In alcune zone si valutano colture esotiche o specie tropicali che stanno trovando condizioni favorevoli anche in Basilicata, soprattutto nelle aree più calde e pianeggianti.
Tutela della biodiversità: È fondamentale preservare la biodiversità locale, adattando le varietà tradizionali alle nuove condizioni piuttosto che sostituirle completamente.
Zone e Vocazionalità Territoriale
Zone collinari e montane: Qui il clima è più fresco, con temperature medie annue più basse e minime spesso sotto lo zero, adatte a colture che richiedono più freddo.
Zone pianeggianti e costiere (es. Metapontino): Clima mediterraneo, più mite e con precipitazioni distribuite in modo irregolare, ideale per frutteti, ortaggi e colture intensive che richiedono meno freddo e sono più tolleranti al caldo.
Disponibilità idrica: Le aree meglio servite dai sistemi irrigui sono più adatte a colture che necessitano di molta acqua; dove l’acqua è scarsa si preferiscono specie resistenti alla siccità.
Sintesi
In Basilicata, la scelta delle colture è sempre più condizionata dall’andamento climatico: si privilegiano varietà e specie in grado di adattarsi a inverni meno freddi, estati più calde, periodi di siccità e piogge irregolari. L’uso di strumenti come il GIS e la mappatura delle aree più vocate consente di individuare le zone migliori per ciascuna coltura, ottimizzando la resa e riducendo i rischi legati ai cambiamenti climatici